L’avvicinamento a Malga Mare
Tendenzialmente è chi sale che si trova dal lato della maggioranza dei tratti strapiombanti quindi è un primo impatto che mette a dura prova le coronarie. Considerando però la bella e vecchia regola delle strade di montagna secondo cui è solitamente chi scende che si ferma a lasciar passare, almeno in fase di salita ci si deve accostare il meno possibile.
A circa metà strada c’è il pedaggio. Una specie di dogana per poter accedere al parcheggio (che è decisamente più in alto). Il costo dovrebbe essere intorno ai 3 euro, se ricordo bene, ma se si è in possesso della Trentino Guest Card – Val di Sole Opportunity viene solo 1 euro (o almeno è stato così nell’estate 2017). Insomma un prezzo accettabile per evitare di doversi fare chilometri sotto il sole sulla strada asfaltata prima di poter attaccare il vero e proprio giro.
Il parcheggio è su uno sterrato appena raggiunta una centrale idroelettrica. E almeno lui è abbastanza ampio da assicurare al risciò di stiracchiarsi e di incontrarsi con una moltitudine di suo amici risciò. Sì, diciamo che il parcheggio è grande una moltitudine di risciò.
L’inizio del Giro dei laghi del Cevedale
Il giro vero e proprio si attacca dal parcheggio che è giusto a cinque minuti da Malga Mare (1072mt) prendendo la mulattiera a sinistra. Dal Ristorante Malga Mare, quindi, un sentiero porta fino a Pian Venezia con i suoi mille rivoli e fiumiciattoli. In effetti l’acqua non manca per tutta l’escursione. Ma lo avevate già intuito dal nome, vero?!
Dopo essersi discostati dal bosco si comincia a procedere su un costone con a destra una parete rocciosa e a sinistra lo sprofondare della valle. Nonostante sia un sentiero facile e sicuro meglio prestare attenzione a dove si mettono i piedi: un passo falso e si scivola giù.
La vera rogna di questo sentiero è che è lungo e ventoso e quando ci siamo andati noi era pure assolato. Insomma, come spesso capita in montagna, non è proprio una passeggiata leggera. Però se si tiene duro (e ogni tanto ci si bagna la testa per evitare colpi di insolazioni che facciano vedere risciò volanti) si riesce a raggiungere il Rifugio Larcher (2608mt).
Cosa ha di speciale il Rifugio Larcher? A parte il miglior succo di mirtillo che io abbia mai bevuto nonostante fosse un normalissimo succo che si può comprare in qualsiasi peggior bar di Caracas? Il fatto che è ai piedi del Cevedale. Quindi se per caso si ha voglia di avventurarsi su un ghiacciaio da qui è possibile: c’è un sentiero ben segnalato che porta dritti sul Cevedale. Ma secondo voi noi abbiamo pensato anche solo un momento di prendere quel sentiero? Certo che no!
Per continuare verso i laghi c’è un sentiero pietroso a destra, poco prima del rifugio. In sostanza è essenzialmente un tornante della strada percorsa lungo il costone. Sale per un po’ prima di cominciare a scendere verso il Lago Marmotta (2704mt). Un laghetto carino, ma che, vi assicuro, non regge il confronto con quelli che lo seguono.
Con un sentiero in quota, il sentiero 4, si passa accanto a ben tre altri laghi, costeggiando continuamente i vari impianti accessori alla diga che aiuta a produrre l’energia elettrica della zona. Il primo lago che si incontra, a cui si può scendere se proprio si vuole ma non è così necessario, è il Lago Lungo (2550mt). Il secondo è il preferito mio e del Signor Coso: il Lago Nero (2621mt). Perché sia così bello il Lago Nero è difficile dirlo. Non è molto grande, non è di un colore particolare e non è più limpido degli altri. Ha, però, delle belle rocce su cui fermarsi a mangiare metri sopra al lago, e nelle sue acque si riflettono tutti i monti intorno. Sono quasi sicura di averci visto persino il Vioz. Insomma, è suggestivo il signorino.
Abbandonato il Lago Nero si raggiunge la vera primadonna del giro: il Lago Careser (2603mt). Lui sì che ha un colore particolare: un azzurro intenso che forse nasce dal ghiacciaio da cui prende le acque o forse no. Sul Careser, però, domina una diga immensa che avrebbe fatto la felicità di mio padre a vederla dal vivo, ma non certo la mia. Sì perché mio padre è un estimatore di dighe, gallerie, gru e roba così; io invece sono una fan dei paesaggi naturali vergini.
Il ritorno dal Giro dei laghi del Cevedale
Per tornare indietro, comunque, si deve rifare la malefica strada del risciò monoposto, sempre in macchina. Però questa volta si scende per cui si è dal lato dove la roccia è preponderante e si è anche quelli che si devono fermare e accostare. E visto che vi state chiedendo come mai non mi era ancora successo qualcosa di buffo ma doloroso in questo giro vi svelo quello che è accaduto.
Indovinate chi è che si è dovuto accostare proprio in uno dei rari punti in cui c’era lo strapiombo per far salire un paio di macchine? E siccome era il Signor Coso a guidare io sono quella che si è voltata per controllare di non precipitare di sotto. Sarà stato per la stanchezza o per l’incubo ricorrente o che so io, ma quando mi sono voltata per guardare, sporgendomi pure un po’ per vedere meglio, ho dato una testata potentissima al finestrino chiuso. E niente, il Signor Coso ha fatto manovra da solo mentre io rintontita mi schiacciavo le mani sulla fronte nel punto dove probabilmente mi ero procurata un’emorragia cranica. Ero quasi tornata intera a casa… Grazie malefica strada del risciò!
Scheda dell'escursione
Partenza: Cogolo (in macchina)
Arrivo: Cogolo (in macchina)
Difficoltà: E
Durata: 5 ore circa
Dislivello: 800m
Sentieri: 104, 123
Rifugi: Ristorante Malga Mare, Rifugio Larcher
Durata: 5 ore circa
Dislivello: 800m
Sentieri: 104, 123
Rifugi: Ristorante Malga Mare, Rifugio Larcher
Le fotografie sono state scattate da me e dal Signor Coso
Al prossimo giro.... Caumasee
RispondiEliminaHo visto le foto: è stupendo! Decisamente prima o poi lo devo andare a vedere dal vivo :)
EliminaNon ci crederai, ma quello di precipitare con la macchina in un dirupo (o in un lago) è anche il mio, di incubo ricorrente, da quando ero appena una bimbetta... sarà per quello che, pur avendo la patente da oltre dieci anni, detesto tutto ciò che ha a che fare con i mezzi a motore? Chissà cosa simboleggerà poi, questo tipo di sogno... Il giro che hai fatto comunque è molto bello, non sono mai stata in Val di Sole ma sembra promettere bene in quanto a paesaggi :-)
RispondiEliminaDavvero fai lo stesso sogno? A me invece questo malefico sogno mi influenza solo quando sono sulla macchina vicino a un dirupo: infatti mi sono rifiutata di guidare sia all'andata che al ritorno per andare a fare il Giro dei laghi nonostante la macchina fosse mia :) Comunque sì, se ti capita devi andare in Val di Sole: ci sono un sacco di bei posti lì. Ammetto, però, che mentre ero lassù un po' mi sono mancate le Dolomiti con i loro terreni brulli e le rocce grige che si estendono ovunque. La Val di Sole è stupenda, ma è decisamente più verde :)
EliminaIn verità devo ammettere che da un bel po' non mi capita, ma per anni sono stata perseguitata da quest'incubo... tu sei riuscita a capirne il significato (ammesso ovviamente che esista)? Io l'ho interpretato come un invito a non guidare mai, e infatti lascio sempre che siano gli altri a farlo, anche se mi trovo in città o in lande desolate ;-)
EliminaIo ho smesso di sognarlo intorno agli 11/12 anni quindi anche io ho smesso da un bel po' :) Considerando che nel mio sogno alla fine l'atterraggio andava sempre bene l'ho interpretato come un invito a buttarsi e ad affrontare le proprie paure, ma ammetto che quando mi trovo a un passo dal precipizio mi torna sempre in mente e mi fa venire un po' di brividi quindi meglio che in quel caso guidi qualcun altro :)
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