Pagine

venerdì 16 marzo 2018

LA SALITA AL GRANDE CIR

LA VOLTA CHE “UNA FERRATA NON BASTA, FACCIAMO ANCHE IL MASSICCIO ACCANTO!”

La settimana scorsa eravamo rimasti con la conquista della ferrata del Piccolo Cir, una scivolata frenata per fortuna da un arbusto e un paio di tedeschi che morivano dal ridere per il mio incidente stile “Le comiche”. Con queste promesse potevamo fermarci e andarcene a casa? No! Siamo andati ovviamente sul Grande Cir!

Vista del panorama verso il Gruppo del Sella dalla vetta del Grande Cir

L’avvicinamento al Grande Cir


Il Grande Cir, come vi suggerisce forse il nome, va in coppia con il Piccolo Cir. Sono tipo una parure, solo un po’ più ingombrante. Per la precisione il Grande Cir è il massiccio più consistente del gruppo. Da qui il nome. Quale gruppo? Il Gruppo del Cir, ovviamente! Che nome vi aspettavate scusate? Il Gruppo di Piero? Quella era la guerra, ma è un’altra cosa.

Comunque se non si arriva da Passo Gardena, ma come il Signor Coso e me si è appena conquistata la vetta del piccolo della famiglia e si sta riscendendo nel canalone che divide i due massicci arrivati alla base del canalone è sufficiente svoltare a sinistra su un sentiero ben tracciato per raggiungere in poco tempo l’attacco della salita.

Questa strada si snoda all’ombra delle pareti e senza imprevisti porta prima alla valle successiva e poi a una forcella ghiaiosa che ricorda vagamente il piccolo tratto pietroso che precede la ferrata del Piccolo Cir. E quando dico che ricorda vagamente intendo che è decisamente più facile e meno faticosa, ma che potrebbe comunque farvi venire voglia di far evolvere le vostre mani in due piedi in più e diventare un curioso incrocio tra scimmia e capra: i pollici opponibili della prima e l’equilibrio della seconda. Okay, il solo immaginare questa chimera mi ha fatta nauseare da sola. Se siete ancora in tempo non immaginatevela e proseguite come esseri umani, ossia con poco equilibrio e, nel mio caso, tante scivolate.

In circa mezz’ora, comunque, si arriva così al termine della valle ed è qui che comincia la vera salita.


Vista del verdeggiante altopiano del Puez dalla vetta del Grande Cir

La salita al Grande Cir


Piccola premessa: se cercate online troverete ovunque questa salita indicata come la ferrata del Grande Cir. E io, a essere onesti, non sono probabilmente nessuno per contraddire questa idea ben diffusa, ma nonostante questo la contraddico: secondo me è un sentiero attrezzato. Perché se dovessi chiamare la salita del Grande Cir ferrata dovrei accettare che lo era anche la salita per Re Alberto alle torri del Vajolet che ho fatto l’anno prima. E io l’anno prima ho raggiunto facilmente il Rifugio Re Alberto senza casco né imbrago né dissipatore, esattamente come tutti gli altri escursionisti che salivano quel giorno, perché quello era solo un sentiero attrezzato. Di conseguenza, per una semplice logica di analogia, ribadisco la mia convinzione che il Grande Cir non sia una klettersteig. Detto questo ferrata o sentiero attrezzato che sia, se siete esperti questa salita ve la beve se non lo siete andateci cauti! Fine della premessa.

Una volta, quindi, terminata la valle si individua facilmente la via di salita per la vetta. Perché? Perché, oltre a non poter avanzare perché c’è una roccia ben evidente di fronte a voi (tipo che oscura il sole neanche fosse le frecce di 300), sulla destra si sviluppa una via non troppo verticale su una parete liscia e sporgente. Qui si viene assistiti da un cavo molto utile per evitare di scivolare sul terreno che potremmo definire quasi saponoso.
Questo tratto è breve, 5/10 minuti di salita in tutto, e piuttosto facile, ma nonostante questo il Signor Coso e io, che tanto eravamo ancora attrezzati dalla ferrata precedente, abbiamo pensato di non rischiare e di utilizzare il casco.

Alla fine di questo primo tratto attrezzato si raggiunge un balconcino naturale che offre una meravigliosa vista sulla miglior attrazione della zona: il Rifugio Jimmy. No, okay, lo ammetto: sto scherzando. Non che la vista non sia sul Rifugio Jimmy, ma ci sono attrazioni migliori a cui si può assistere da quel balconcino; d’altro canto il Grande Cir sta comodamente posizionato nel Parco nazionale del Puez-Odle. Però quando ci siamo arrivati noi era quasi ora di pranzo quindi il rifugio mi appariva alquanto allettante da guardare. Lo stomaco è da sempre il comandante supremo del mio corpo! Ave a te, stomaco!

Abbandonata la tentazione potentissima esercitata dalla vista di Jimmy si procede in salita a zig zag su un largo sentiero fino ad arrivare a un secondo e ultimo tratto di cavo. Anche questa volta il tratto è piuttosto breve e su terreno abbastanza liscio, ma nulla di veramente difficile. Dopo si prosegue su sentiero non obbligato, da leggere “prosegui un po’ come ti pare”, su un tratto di roccia gradinata e quindi sulla cresta fino a raggiungere la vetta (2576m).

A differenza di quella del Piccolo Cir la vetta del Grande Cir è ampia, con una croce contornata da numerose bandierine. Una cosa che hanno in comune, però, le due cime è la vista: di fronte trionfa il Gruppo del Sella mentre poco oltre si dipana l’altopiano del Puez; in fin dei conti il giro del Puez ha inizio proprio a pochi passi dai due Cir.


La croce sulla vetta del Grande Cir con le sue bandierine colorate e il Gruppo del Sella sullo sfondo

La discesa dal Grande Cir (con pit stop al Rifugio Jimmy)


Siccome la pioggia sembrava piuttosto intenzionata a cominciare a cadere, in vetta ci siamo rimasti pochi minuti. Giusto il tempo di mangiarci una barretta di cereali. L’ho detto che era l’ora di pranzo. Quindi abbiamo intrapreso la discesa che percorre la stessa via di salita.

Arrivati però alla forcella ghiaiosa invece di prendere il sentiero che ci avrebbe riportato direttamente a Passo Gardena, dove avevamo la macchina, abbiamo coscienziosamente obbedito al mio stomaco e anche a un po’ di senno e abbiamo proseguito dritti per dritti fino a raggiungere il Rifugio Jimmy. E proprio mentre stavamo pranzando è venuta giù tutta l’acqua del mondo. C’è stata tipo una piccola Katrina tutta per noi, il che è sembrato un mezzo deja vu vista l’esperienza di qualche giorno prima con il Col di Lana. Per fortuna nessuno nel rifugio aveva intenzione di buttarci fuori per cui siamo rimasti seduti comodamente al tavolo ad aspettare che spiovesse prima di ridiscendere a Passo Gardena.

Nel complesso, quindi, una buona giornata: due vette conquistate, una ferrata fatta, zero diluvi universali presi in pieno e uno squarcio sul braccio per colpa di un arbusto. Tutto nella norma direi.


Vista dei monti bianco-rossastri che circondano il primo tratto dell'altopiano del Puez

Scheda della ferrata:


Partenza: Piccolo Cir (a piedi)
Arrivo: Passo Gardena (a piedi)
Difficoltà: EEA
Durata: 2 ore circa
Dislivello: 450m
Rifugi: Rifugio Jimmy


Tutte le foto sono mie

Nessun commento:

Posta un commento