La partenza da Campitello
Premessa necessaria: io non faccio escursionismo invernale. Il che significa che sulla Marmolada ci sono andata d’estate (e questo potrebbe spiegare perché il ghiacciaio si era sciolto) ma significa soprattutto che io non so procedere sui ghiacciai. Quindi secondo voi questo è un articolo che vi parla della ferrata sulla Marmolada o di un’escursione sul ghiacciaio? No! Certo che no. E non perché sono pigra, ma perché volevo evitare di finire zampe all’aria, più del solito per lo meno.
Ora quell’estate io non vedevo l’ora di vedere questa famosa Marmolada, di cui avevo sentito parlare per la prima volta una decina di giorni prima a dire il vero, ma sono una persona capace di fissarsi con le cose in poco tempo. Comunque, tornando a quella mattina, ero euforica al punto che non mi è pesato neppure troppo svegliarmi presto e aspettare nel fresco della mattina alpina l’autobus che da Campitello ci avrebbe portato al Passo Fedaia. E non ho neanche sofferto il mal di auto – il che è incredibile se si pensa a che tornanti ci sono sulle Dolomiti – ma questo penso sia stato più che altro un colpo di fortuna. Ogni tanto capita anche a me.
Arrivati al Passo Fedaia ci si è parata di fronte una di quelle dighe che di per sé non hanno alcun fascino se non fosse che il lago che creano è veramente stupendo. Ecco il Lago Fedaia (2050mt) è esattamente questo: uno specchio di acqua limpida meraviglioso in cui si riflettono le sagome aguzze dei monti intorno. Per cui attraversare la diga ha richiesto molto più tempo del previsto: ci fermavamo ogni due passi per fare tremila foto. È d’altra parte, però, che si può finalmente cominciare a salire verso la Marmolada.
La salita alla Marmolada
Per salire sulla Marmolada evitando sentieri si può prendere la gabbiovia. Salire su una gabbietta due posti con il cancelletto che ti arriva alla vita però non è da tutti. Specie perché il viaggio è piuttosto lungo e oscillante. Così da sei che eravamo ci siamo subito ritrovati in quattro: Wiiiiiwoman e Dottor Uka hanno preferito circumnavigare il Lago Fedaia per tutti i suoi 2 chilometri. Sapete com’è: soffrono di vertigini…
La gabbiovia arriva al Rifugio Pian di Fiacconi (2626mt) che abbiamo totalmente ignorato. Ci siamo subito avviati lungo la scalinata di rocce che in neanche mezzora porta al secondo rifugio: il Rifugio Ghiacciaio Marmolada (2700 mt). Da qui comincia il ghiacciaio vero e proprio. Se avete fortuna si estende in ogni dove. Quell’estate, invece, aveva deciso di sciogliersi un po’ quindi non è che facesse proprio tutto questo effetto. Cioè, non fraintendetemi: restava comunque un signor ghiacciaio, o almeno suppongo (non è che io ne abbia visti molti di ghiacciai in vita mia). Però è stata una mezza delusione, ecco!
In realtà non abbiamo fatto molto lassù. Abbiamo passeggiato un po’ sulla neve e un po’ sul ghiaccio, ma per lo più abbiamo camminato sulle rocce. Il problema è che sono un po’ paranoica e non volevo imbattermi in crepacci… non che io ne abbia mai visto uno o che avessi prove che ce ne fossero sulla Marmolada, ma diciamo che non volevo neanche scoprirlo. Insomma non è il mio sogno nel cassetto fare la rabdomante di crepacci.
Quindi abbiamo evitato anche di andare nel punto panoramico raggiungibile dalla cresta a sinistra del rifugio: troppa neve per i nostri gusti. E ovviamente niente Punta Penia: ve lo avevo detto che qui non c’era nessuna storia di escursioni o di vette. Ce ne siamo stati essenzialmente lì a goderci il panorama e a immaginare come dovesse essere la vista della Marmolada quando c’era ancora la città di ghiaccio, ossia quel reticolo di cunicoli che poveri soldati dovettero scavare nel ghiaccio, lassù, durante la Prima Guerra Mondiale. Poveracci! Non li invidio.
Il ritorno a Canazei
Ritornare indietro dalla Marmolada, senza escursioni o ferrate, significa riprendere la gabbiovia. Consiglio a tutti quelli che si troveranno lassù: tenente a mente che non siete nel nulla cosmico. Insomma se avete necessità, per così dire, di emettere un po’ d’aria ricordatevi che vi si sente. Ve lo posso dire con certezza perché un signore che saliva mentre noi scendevamo ha voluto fare la prova. Te lo dico adesso anonimo, sconosciuto signore: ti abbiamo sentito, eccome se ti abbiamo sentito!
Allontanarsi dalla neve e dal ghiaccio della Regina delle Dolomiti fa uno strano effetto perché, quando si incontra con lo sguardo il blu del lago, è un po’ come tornare alla vita. E ancora non ho capito perché tutte le leggende intorno alla Marmolada parlano di fieno visto che lassù non se ne vede. Insomma ce ne è una su una vecchietta che mentre raccoglieva il fieno a inizio agosto è stata sorpresa dal cattivo tempo e adesso starebbe ancora lassù tra le nevi perenni, e un’altra sugli abitanti di Sottoguda che a forza di raccogliere fieno hanno fatto diventare la Marmolada un cumulo di ghiaccio e rocce. Non ho ben capito il perché di tutte queste storie, ma suppongo che la morale sia che se devi andare su un ghiacciaio non è una buona idea mettersi a raccogliere il fieno. Proprio una di quelle lezioni che ti servono nella vita di tutti i giorni!
Ah! Un consiglio spassionato: se tornate indietro con l’autobus come noi scendete a Canazei. C’è un chioschetto che fa wurstel deliziosi.
Scheda dell'escursione
Partenza: Campitello (in autobus)
Impianto di salita: Gabbiovia
Rifugi: Rifugio Pian di Fiacconi, Rifugio Ghiacciaio Marmolada
Le fotografie sono tutte del Signor Coso
Ma noooo! Mi aspettavo almeno una caduta epocale sul ghiaccio! C'è da dire che come zoppetta sei stata in gamba! (È un po' un ossimoro ora che ci penso! ��) W.
RispondiEliminaSe ti consola ho rischiato di perdermi lo zaino sulla Marmolada: a un certo punto ha deciso di scivolare via per conto suo. Ho un video immortala il mio panico in quel momento :)
EliminaOssimoro eccezionale, morale del fieno più unica che rara...e quel lago: un sogno. Però più di tutti gli effetti sonori degli ospiti della gabbiovia...Ho riso tanto già solo immaginando le vostre facce!!! Ahahahahah wini
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