venerdì 6 luglio 2018

LA PASSEGGIATA ALLA CHIESA DI SANTA LUCIA

LA VOLTA CHE… NIENTE, ERAVAMO STANCHI, CAPITA ANCHE A NOI
Questa settimana sono stanca. Molto stanca. Talmente stanca che mi sono tornati in mente i giorni subito dopo la salita del Vioz. Quelli sì che erano giorni di vera stanchezza. È per questo che alla fine il Signor Coso e io ci siamo trovati a fare la passeggiata alla Chiesa di Santa Lucia. Solo perché il Vioz stanca, eh! Non perché non abbiamo più l’età…

La Chiesa di Santa Lucia vista da Comasine

Il primo tentativo: da Cogolo alla Chiesa di Santa Lucia


Non ricordo precisamente che giorno fosse la prima volta che abbiamo provato a raggiungere la Chiesa di Santa Lucia. So per certo che avevamo fatto già un’altra escursione e che non era troppo tardi, per cui è probabile che fosse il giorno in cui avevamo fatto il giro del Lago Covel. Fatto sta che avevamo ancora abbastanza adrenalina in corpo da far andare le gambe, ma non abbastanza energia (o tempo, se è per questo) per intraprendere qualcosa di serio.

Proprio dietro il nostro bell’albergo di Cogolo, attraversato il fiume, c’era l’attacco della passeggiata che porta alla Chiesa di Santa Lucia. Sì, avete letto bene: passeggiata. Questa non sarà la storia di grandi emozioni o di avventure mozzafiato. Per essere precisi non sarà neanche la storia di grandi tragedie o di schiribizzi comici. Niente di niente signori miei! La via per la Chiesa di Santa Lucia è davvero una passeggiata, per altro lungo una pista ciclabile percorribile veramente da chiunque.

Tutto questo noi non lo sapevamo quel pomeriggio quando cominciammo la salita che da Cogolo porta alla chiesa. Sapevamo che era una passeggiata tranquilla e che non aveva particolare dislivello, ma di fronte alla salita iniziale, abbastanza ripida, e al cartello che giurava che ci volessero 3 ore per arrivare a Santa Lucia abbiamo ceduto e siamo tornati indietro. Ebbene sì, la semplice e quieta passeggiata alla Chiesa di Santa Lucia è riuscita là dove il meraviglioso e arduo Vioz ha fallito: ci ha ricacciato indietro con la coda fra le gambe. Profonda vergogna per noi! 

Vista dalla via che collega Cogolo alla Chiesa di Santa Lucia

Il secondo tentativo: da Comasine a Cogolo


Ci abbiamo riprovato. La testardaggine è la nostra qualità migliore. Altrimenti, poi, non staremmo qui a parlarne no?! Ma siccome il primo tentativo non era andato a buon fine abbiamo cambiato strategia.

La mattina seguente abbiamo preso l’autobus e siamo arrivati a Comasine, un piccolo borgo a circa 3 chilometri e mezzo da Cogolo in passato abitato quasi esclusivamente da minatori (e infatti dalla fermata dell’autobus si potrebbe decidere anche di prendere la via che porta a visitare alcune miniere).

La Chiesa di Santa Lucia trionfa su questo paesino dall’alto di una collina che tradizione vuole sia stata chiamata in passato “Sot castel” a prova che la chiesetta sorge proprio là dove un tempo sorgeva un castello. Sarà vero? E che importa?! A me piace pensare che sia veramente così. Tradizione dice anche che la Chiesa di Santa Lucia è la più antica chiesa della valle e io è già da un po’ che mi chiedo se per valle qui si parli della Val di Pejo, della Val di Sole o della Val di Non. Non avendo buone basi per decidere ho appena fatto ambarabaciccicoccò ed è uscito fuori che è la Val di Non… non mi convince!

Dalla fermata dell’autobus raggiungere la chiesa è molto facile anche perché lo si fa su un’ampia strada asfaltata di circa un chilometro. Quel giorno, però, il sole aveva scambiato l’asfalto per una padella e la mia testa per un uovo all’occhio di bue. Mi stava friggendo viva! E a essere onesti lo faceva già da qualche giorno ormai e anche bene, glielo riconosco: alla fine sono tornata a casa con la riga dei capelli completamente ustionata. E infatti uno dei miei primi acquisti per la nuova stagione escursionistica è stato un cappello con visiera, ma traspirante. Prenditi questo sole! Ora vediamo se riesci a ustionarmi di nuovo!

Visto che quando siamo arrivati alla chiesa ero ormai ben cotta abbiamo pensato di fermarci a mangiare qualcosa sulle panchine di fronte alla chiesetta che, nel corso degli anni, si è un po’ infossata nel terreno come se stesse cercando di fare la talpa ma non le riuscisse troppo bene.

A guardarla da fuori, però, la piccola Chiesa di Santa Lucia (1196 m) fa la sua scena con il campanile romanico, il piccolo cimitero e la sua bella scritta sull’ingresso principale: “Questa chiesa eretta da tempo immemorabile circondata dal portico verso il 1500 che servì da cimitero fino al 1866, fu decorata nell’anno 1940”. Della serie “non sappiamo quando diamine l’abbiamo costruita sta chiesa ma tiè! Spacca da secoli!”. Che poi da documenti riemersi negli anni parrebbe che già nel XV secolo la stessero ristrutturando per cui… niente! È una chiesa antichissima, bisogna stacce! Peccato solo che negli anni Settanta, a causa dei ladri di beni religiosi, è stata svuotata delle sue opere d’arte principali: i tre altari che sono stati spostati nella chiesa del paese (non prima però che qualche buontempone con la mano troppo lesta si fosse già portato a casa qualche souvenir non da poco, eh!). Così nella Chiesa di Santa Lucia resta solo un semplice reliquiario con le reliquie di Santa Lucia e Santa Cecilia. Io non l’ho visto, ma dicono che nonostante la sua semplicità sia un sacco carino e poi, per chi ci crede, resta comunque una cosa importante, brillantini o non brillantini.

Terminata la merenda il Signor Coso e io ci siamo rimessi in cammino intraprendendo il sentiero nel bosco che il giorno precedente ci aveva inquietato già dai primi passi. Ricordate cosa diceva il cartello? Tre ore a piedi… Tre… Mentiva! Spudoratamente pure. Manco fosse un cartello del Sassolungo o di Rocca Calascio! Non c’è voluta più di un’ora, giuro! Bene, ma non benissimo mendace cartello.

La via nel bosco è un sali e scendi morbido e ombreggiato che ogni tanto si scioglie in dei tratti pianeggianti in cui la vista si apre a destra sulla vallata e sul fiume permettendoti di vedere prima Celledizzo e poi Cogolo.

E la passeggiata è finita così, tornando al punto di partenza del giorno prima: una piccola spianata dove gli anziani giocavano a carte (e come ti sbagli) e un paio di karate kid scalzi erano intenti a fare uno strano minestrone di meditazione, pugilato e metti-la-cera-togli-la-cera. E noi? Noi niente. Ci siamo rimessi seduti un altro po’ per riprenderci da tutta quella fatica e poi ce ne siamo andati a riposarci alle terme di Pejo Fonti. Dopo tutta questa infinita camminata ce le eravamo meritate no?!
Ebbene sì questo è l’imbarazzante racconto di tutta la nostra pigrizia post Vioz. Grazie Santa Lucia di averci aiutato a mascherarla da piccola escursione!

Chiesa di Santa Lucia

Scheda dell’escursione:


Partenza: Comasine (a piedi)
Arrivo: Cogolo (a piedi)
Difficoltà: E
Durata: 1 ore e mezza circa
Dislivello: 31m (in discesa)

Le foto sono mie e del Signor Coso

1 commento:

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