venerdì 18 gennaio 2019

5 COSE DA NON FARE DURANTE UN'ESCURSIONE

UN PICCOLO VADEMECUM PER MUOVERE I PRIMI PASSI


Anno nuovo, vita nuova! Per cui se fino ad ora siete stati tipi da mare che ne dite di provare qualcosa di diverso e darvi all’escursionismo? Non dico subito, d’altro canto anche io prediligo la stagione calda per andare in montagna, ma per prepararsi non è mai troppo presto, no?! E allora, se avete deciso di mettere da parte per un po’ l’ombrellone eccovi 5 cose da non fare assolutamente durante un’escursione. 5 informazioni essenziali per cominciare, ma anche per continuare al meglio!


Sentiero sull'Hoher Burgstall
Sentiero di ritorno sull'Hoher Burgstall

1. NON SOTTOVALUTARE IL SENTIERO


Quando si fa un’escursione la prima cosa importante è sapere quanto è difficile il sentiero che si sta per affrontare. Tranquilli! Non mi aspetto che siate onniscienti. Fortunatamente libri e siti straripano di ottime informazioni sulla maggioranza dei sentieri, ma è importante saperle leggere.

Cosa cercare quando si tenta di farsi un’idea di un’escursione? Prima di tutto il dislivello, quindi la sua lunghezza: la combo dislivello+lunghezza vi darà il valore vero della fatica richiesta.

Importante è anche il terreno su cui si cammina: la ghiaia secondo me è il peggior nemico dell’escursionista. Di certo è il mio peggior nemico! La Val Setus, per riscendere dalla Ferrata Tridentina, ad esempio, è stata forse l’esperienza peggiore della mia breve, goffa e caotica esperienza escursionistica (seconda solo al Vajolet, ma lì la ghiaia non c’entrava niente…).

Anche l’esposizione al vuoto e la presenza di tratti “ferrati” implicano, inevitabilmente, un sentiero più impegnativo. Se siete all’inizio, quindi, è meglio evitarli.

Fortunatamente nel tempo è stata codificata una scala di difficoltà per evitare agli escursionisti di affrontare un’escursione troppo al di sopra delle loro capacità. Qualche semplice lettera può fare la differenza tra una divertente avventura e un inquietante incubo.

I sentieri possono essere:

  • T - Turistici. Escursioni tranquille, solitamente al di sotto dei 2000 m, su mulattiere, stradine o sentieri larghi. Tendenzialmente sono ben segnalati, non comportano problemi di orientamento e sono alla portata anche di escursionisti totalmente inesperti.
  • E - Escursionistici. Escursioni solo leggermente più sfidanti delle precedenti, su terreni misti e costellate dei giusti cartelli. Qui è là potrebbero esserci dei piccoli tratti esposti non difficili grazie alla presenza costante di cavi.
  • EE - per Escursionisti Esperti. Qui il terreno può essere impervio e scivoloso, a volte roccioso ma non prevede mai l’avanzare su un ghiacciaio. Il sentiero è tendenzialmente segnalato, ma le caratteristiche variabili del terreno, la lunghezza elevata dell’escursione e il dislivello non piccolo che caratterizzano questi percorsi rendono necessari una preparazione fisica e di conoscenze non da principianti e la presenza di tutto il materiale tecnico adeguato.
  • EEA - per Escursionisti Esperti con Attrezzatura. Sono praticamente le EE ma con l’aggiunta dei tratti attrezzati. In sostanza sono le ferrate. Quindi divieto assoluto di affrontare queste escursioni se non si possiede la giusta attrezzatura di autoassicurazione (moschettoni, dissipatore, imbragatura, cordini)!
Dopo questi livelli ci sono solo i gradi di scalata, ma adesso non esageriamo, no?!


2. NON PRENDERE SCORCIATOIE


Una cosa che non va mai fatta in montagna è quella di barare. Capita a tutti, soprattutto le prime volte, di credersi più furbi del sentiero. Guardate tutta la strada davanti a voi e pensate “ma sai che c’è? Io prendo a destra, qui, per campi così accorcio”. Ecco, questo è il modo giusto per fare un’escursione di 10 ore invece di quella da 4 che vi prometteva il sentiero. Perché inevitabilmente, con una certezza del 100%, vi perderete e dovrete tornare indietro dopo aver vagabondato senza meta, senza senso e senza speranza e aver sperperato tutte le vostre energie. Fidatevi! So di cosa parlo: d’altro canto è esattamente quello che è successo a me al Monte di Cambio, purtroppo…

Altra cosa da non fare è andare fuoripista. è pericoloso, per voi e per gli altri. No, non è da furbi: è solo da scemi!


3. NON ANDARE DI FRETTA


Roma non è stata costruita in un giorno e neanche le vostre capacità escursionistiche saranno al top già dalla prima escursione. Insomma io sono entrata nel mio quinto anno di escursioni e sono ancora soltanto una goffa zoppetta. Magari voi siete più talentuosi di me, ma comunque vi servirà tempo per diventare i nuovi Bonatti.

Per cui tenete a mente le tre parole chiave del muovere i primi passi in montagna:

  • Gradualità. Cominciate con un trekking facile. Anche i più allenati di voi non sono abituati a pendenze e altitudini come quelle che le montagne possono regalare, quindi è facile che durante la prima escursione sarete un po’ privi di energie. Non esagerate e ricordatevi sempre: il gioco è tornare giù con ancora un po’ di forze, altrimenti non avete giocato bene.
  • Costanza. Non cominciate a fare escursioni lunghissime e poi a passare mesi con il sedere ben ancorato sul divano. Lo so, lo so: la vita quotidiana è faticosa! C’è il lavoro, la scuola o quel che vi pare e poi siamo tutti un po’ pigri… però no! Dovete continuare a muovervi, abituare il vostro fisico a uno stato diverso da quello di pachiderma spiaggiato. Se abitate in città potete sempre farvi lunghe passeggiate o andare in palestra, meglio ancora se tutte e due. E poi ci sono allenamenti ad hoc per non perdere il passo. Quindi non avete scuse: vi siete dati all’escursionismo? E adesso dovete continuare a camminare!
  • Intensità del passo. La cosa più difficile da imparare le prime volte è il passo da tenere. Avrete la tentazione di dover correre, ma il trekking non è una gara (e anche se lo fosse sarebbe una maratona, non i 100 metri). Non potete consumare tutte le energie all’inizio, ma non ha neanche senso andare troppo piano: finireste per non arrivare mai. Dovete trovare il passo giusto, la giusta velocità per non decelerare mai e riuscire a fare tutto nei tempi che vi siete prefissati. Lo so che non è facile, ma vi tocca. Nella mia magnanimità vi consiglio la tecnica che uso io per tenere il passo: mi canticchio in testa vecchie canzoni popolari. Provate voi a canticchiare “il Piave mormorava caldo e placido al passaggio dei primi fanti il 24 maggio…” e a non continuare a marciare nonostante la stanchezza!


4. NON FARTI SORPRENDERE DAL BUIO


Quando siete in montagna dovete considerarvi come Cenerentola. Solo che siete peggio di Cenerentola: lei almeno poteva aspettare la mezzanotte, voi dovete rientrare prima del tramonto. Ebbene sì! Penserete che non c’è niente di più bello che un tramonto visto in vetta ma vi sbagliate. Al tramonto in montagna succedono due cose:

  • inizia a fare freddo
  • non ci si vede più nulla (ricordate? Montagna, niente lampioni…)
Per cui è essenziale tornare indietro quando il sole è ancora piuttosto alto. Calcolate bene i tempi sia prima che durante l’escursione e in caso vi doveste trovare ancora sul sentiero quando il sole scende (non deve succedere, ma se succede) assicuratevi di aver fatto lo zaino per bene e di averci messo dentro anche una torcia.

5. FAI LE PAUSE DURANTE L’ESCURSIONE, NON L’ESCURSIONE DURANTE LE PAUSE


C’è un motivo se il Signor Coso non ha amato particolarmente le prime escursioni con me. E no, non è perché non stavo mai zitta, altra cosa da non fare in montagna: il fiato è tipo oro, va conservato gelosamente!

No, è perché facevo pause continue. A mia difesa erano tutte motivate: sentivo caldo, e poi freddo, e poi caldo, e poi freddo, e poi caldo, e poi freddo, e poi… insomma, avete capito! Tipo ogni tre passi dovevo mettermi la felpa, o togliermi la felpa, e poi mettermi il giacchetto, e poi accorciarmi i pantaloni… e così via.

In sostanza noi non facevamo un’escursione, facevamo delle pause! L’escursione era solo quello che capitava in mezzo, in modo anche piuttosto disparato, tra le mille pause e le altre mille pause. Era un lento stillicidio, a pensarci adesso.

Ecco, tutta questa cosa delle pause è terribilmente sbagliata quando si è in montagna. Ve lo ho detto prima: bisogna tenere il giusto passo e bisogna tornare a casa con il sole. Tradotto: bisogna evitare le pause. Non dico di non farle mai, io non ce la farei a vivere senza fare mai pause, ma dovreste fare solo quelle strettamente necessarie.

Se il vostro corpo riesce ancora ad andare avanti senza troppa difficoltà è probabile che quella pausa che volete tanto fare sia solo pigrizia. Evitatela!


Ecco le 5 cose da non fare. E nei miei pochi anni di escursioni le ho fatte quasi tutte. Oh! Come sono brava! Ma voi datemi soddisfazione: almeno voi imparate dai miei errori e non fatele mai.

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