venerdì 22 febbraio 2019

9 CONSIGLI PER PRENDERSI CURA DEI TUOI PIEDI

OSSIA COME COMBATTERE E SOPRAVVIVERE ALLE VESCICHE (E MAGARI PURE VINCERE LA GUERRA)

Scrivere questo post sarà per me una sofferenza, sappiatelo! Se c’è una cosa che davvero mi schifa al mondo (a parte il formaggio che detesto cordialmente) sono i piedi. Li odio! Se potessi li cancellerei dalla faccia della terra, ma purtroppo non posso. Per cui nel corso degli anni sono dovuta scendere a patti con la loro esistenza, soprattutto dopo aver cominciato con l’escursionismo. D’altro canto la cura dei piedi è un elemento base della vita di qualsiasi escursionista. Quindi, nonostante la mia sofferenza, ecco qui il mio piccolo compendio di consigli per prendersi cura dei tuoi piedi!


L’importanza della cura dei piedi durante le escursioni


Per quanto i piedi siano indubbiamente la nostra parte peggiore (probabilmente un ultimo piccolo screzio di qualche scienziato rettiliano, considerando quanto sono brutti) è importantissimo curarli fino alla nausea quando si fa trekking.

Queste orride estremità, infatti, sopportano tutto il nostro peso e, in aggiunta, anche quello dello zaino. Se poi si ha la sfortuna di poter essere solo “un escursionista della domenica” ogni trekking, anche il più piccolo, si trasforma in un inferno per loro. D’altro canto ogni cosa diventa migliore con l’esperienza e praticare l’escursionismo solo nel weekend, e magari - peggio ancora - solo in primavera ed estate, non è il modo migliore per evitare dolore, vesciche e gonfiori.

La sensibilità dei piedi, in fondo, è piuttosto alta anche quando sono ben chiusi dentro gli scarponi. Registrano ogni minima variazione di pendenza o di tipo di terreno - che si passi dalle foglie secche ai ciottoli o dal fango alla ghiaia - e ne pagano inevitabilmente le conseguenze. Magari voi avrete i piedi d’amianto, ma è difficile passarla sempre liscia quando si fa trekking per un po’. Non è mica necessario avere i piedi di frolla come il Dottor Uka, che già dopo la prima passeggiata sul Sassopiatto aveva più vesciche che dita, per ritrovarsi a zoppicare per giorni interi. Quindi è importante prendersi cura dei propri piedi. Meglio, allora, seguire qualche semplice consiglio e non avere più problemi.



5 consigli per la cura dei piedi


Il fastidio principale di cui si può soffrire quando si fa trekking sono probabilmente le vesciche, che poi non sono altro che una reazione di autodifesa della pelle. Ah! Che bello il corpo umano che per difendersi ti fa vedere i sorci verdi dal dolore. Proprio intelligente questo corpo umano!

In sostanza quando c’è un eccessivo sfregamento si produce un accumulo di fluidi nell’area di attrito che evita il danneggiamento dell’epidermide. Come piccolo effetto collaterale, però, il siero produce una forte pressione che causa il dolore e, quando va bene, il fastidio.
Per fortuna curare i propri piedi per evitare o contenere le vesciche è piuttosto facile. Basta seguire qualche semplice regola:
  1. Fate regolarmente lunghi pediluvi in acqua calda massaggiando la cute con una pietra pomice. Al termine del pediluvio idratate la pelle con una crema o un olio specifico per i piedi. Potete non crederci, ma già questa piccola accortezza farà miracoli. Quest’estate io sono riuscita a sopravvivere senza nessuna vescica in 8 giorni consecutivi di trekking (5 escursioni e 3 ferrate) proprio grazie a un uso giornaliero di una crema all’Aloe, che è tipo il Santo Graal fatto pianta, mentre quel pollo del Signor Coso che si è rifiutato di usarla ne è uscito molto peggio, ve lo assicuro. Pollo!
  2. Se durante un’escursione iniziate a sentire un dolore o un bruciore fastidioso NON fate finta di niente e intervenite subito. Come si suol dire meglio prevenire che curare. E se proprio non siete riusciti a evitare un principio di vescica, procedere subito con una medicazioni tramite garza e cerotto di tela potrebbe riuscire a contenere il danno. L’importante, però, è ricordarsi a fine giornata di togliere la medicazione, disinfettare il piede e lasciarlo ad asciugare e a prendere aria.
  3. Se già sapete in partenza che soffrite di vesciche (a qualcuno deve pure toccare la pagliuzza corta) non fatevi cogliere impreparati: in farmacia o nei negozi sportivi più specializzati si trovano facilmente cerotti ad hoc o creme antisfregamento che possono prevenire la creazione delle vesciche.
  4. Se durante un’escursione incontrate un torrente o un lago prendetevi il tempo di immergere i piedi nella sua acqua fredda. In questo modo costringerete i vasi sanguigni e velocizzerete la circolazione diminuendo gonfiori e infiammazioni. Ci sono poche cose altrettanto piacevoli al mondo. Il Signor Coso e io abbiamo inzuppato i nostri piedini (si fa per dire, lui porta il 47…) almeno tre volte - al Lago Pian Palù, dopo la ferrata Fernau e dopo la salita al Promontorio del Circeo - e ogni volta lo abbiamo adorato. Dopo averli bagnati, però, bisogna sempre asciugarli bene; e questo vale sia in caso di sudore che nel caso di torrente/lago. Per questo è sempre bene portare con sé un asciugamano e dei calzini di ricambio.
  5. Nel malaugurato caso in cui non siate riusciti proprio a evitare queste maledette vesciche provate a resistere alla tentazione di esploderle senza alcuna necessità. Si chiama follia quella idea che vi sta passando in testa e che vi dice che esplodere la vostra vescichina è una buona idea. Fidatevi! Io vivo con questa follia tipo ogni due per tre. La scelta migliore che potete fare è lasciare che la vescica si riassorba da sola. E se invece è così grande e fastidiosa da doverla esplodere bisogna farlo con strumenti sterili e una giusta disinfestazione e medicazione. In caso di vesciche enormi meglio chiedere a personale esperto. E se invece esplode… munitevi di garze e disinfettante e giù di medicazione!

Non importa quanto vi prendete cura dei vostri piedi: se scegliete le scarpe sbagliate è tutto un cacchio. Trovare la scarpa giusta per il proprio piedi è essenziale. Per fortuna, però, anche per questo ci sono un paio di consigli che possono venirci in aiuto:
  1. Una stessa scarpa non va bene su qualsiasi terreno. Bisognerebbe scegliere sempre la calzatura in base al terreno e all’attività che si sta per fare. Ad esempio sulle vie ferrate è meglio usare una scarpa con una suola piuttosto rigida. In generale, comunque, io preferisco scarponcini alti alla caviglia, ma il Signor Coso, per esempio, non concorda con me. Diciamo però che se siete super goffi come me uno scarponcino alto può fare la differenza tra una passeggiata e una storta assassina. Inoltre ha come lato positivo quello di evitare l’allagamento della scarpa in caso di pioggia. Ve lo dico, però: se passate sotto una cascata non vi tengono all’asciutto neppure loro. Il Signor Coso e io lo abbiamo sperimentato sulla ferrata Hoellenrachen. Non è stato piacevole.
  2. La scelta della scarpa dipende anche dalla conformazione del piede. Un piede magro e uno con una pianta larga non sono affatto la stessa cosa. La mia peggiore piaga, ad esempio, è trovare una scarpa quotidiana che abbia senso con il mio piede: magro fino alla carestia ma non particolarmente corto. Soprattutto con i sandali è praticamente un terno al Lotto. Per fortuna, però, con le scarpe da trekking il problema non si pone così facilmente: la maggior parte dei marchi delle scarpe da trekking prestano molta cura a questi dettagli. Inoltre molti negozi di escursionismo hanno personale e strumenti più che professionali e adeguati per individuare la perfetta scarpa per ogni piede.
  3. La cosa che mi inquieta di più dell’arrampicata è che di solito tocca comprare le scarpette più piccole di un paio di numeri. Per fortuna con l’escursionismo non è così, anzi: meglio prendere le scarpe di un mezzo numero in più. Le vostre dita dovrebbero potersi muovere sempre liberamente e non andare mai a sbattere in punta. Se così non fosse finireste per avere un’unghia particolarmente nera. E anche qui, per esperienza personale, vi assicuro che non è carino e che ci mette mesi a passare. Meglio evitarlo. Però state attenti a non dare troppa libertà al piede. Se il tallone avesse troppo gioco finirebbe per generare attrito e in quel caso… bravi! Vescica!
  4. Anche il materiale della scarpa è una questione essenziale. Se ci si trova in climi freddi e in alta montagna la miglior scelta è il goretex, che garantisce impermeabilità e traspirazione. In generale, comunque, meglio la pelle per la tomaia (ossia la parte superiore della scarpa). La pelle assicura traspirazione e durevolezza.

Insomma, se spendete “due” soldi per le scarpe da trekking, vi munite di calze tecniche e curate attentamente i vostri piedi uscirete anche dall’escursione più lunga senza vesciche, saltellanti come una capretta e,soprattutto, con quelle piccole oscenità che si chiamano piedi super presentabili, pronti per qualsiasi sandalo e solo un po’ pallidini. Insomma, non è che facendo trekking si prenda proprio tutto questo sole...

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